BIOGRAFIA
E così siete qui. State leggendo questa pagina. Sapete cosa significa? Che in questo momento, voi stessi siete parte del mito: i Cactus di Fuoco stanno parlando anche a voi, come hanno fatto con altri in passato, ispirando cambiamenti grandi e piccoli. Onestamente, crediamo tutti che in questo momento ci sia bisogno di cambiamenti, quindi siete probabilmente sulla buona strada.
Ma chi, o cosa, sono
i Cactus di Fuoco?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo
andare indietro fino alla notte dei tempi, seppure, essendo creature
metafisiche (come vedremo più avanti), i Cactus di Fuoco sono per
loro natura staccati dal concetto di tempo, operando al di fuori
della quarta dimensione e prendendo forma fisica solo per comunicare
con voi.
Codex Florentinus
Vi sono tracce dei Cactus anche nel Codex Florentinus, originariamente La Historia General de las Cosas de Nueva España (la Storia Generale delle Cose della Nuova Spagna), un interessante codice manoscritto creato Bernardino de Sahagún, in cui il frate descrive, dopo aver raccolto innumerevoli testimonianze indigene, la flora, la fauna e i minerali del Messico.
La prima edizione di
questo splendido lavoro, completo di illustrazioni, si data nel 1569.
Ma cosa c'entrano i Cactus di Fuoco? Ecco, nelle parole di
Bernardino:
«C'è un'altra erba... chiamata peiot... si trova nel nord. Coloro che la mangiano o la bevono hanno visioni sia spaventose ed esilaranti; questa ebbrezza dura due o tre giorni e poi scompare. È una specie di prelibatezza [...] dicono che protegge da ogni pericolo».
Il "Peiot" (oggi chiamato Peyote) di cui il nostro fraticello parla è appunto un piccolo Cactus, Lophophora williamsii, il quale contiene un principio attivo noto come mescalina, molecola psichedelica, che ne determina l'uso tradizionalmente come enteogeno e come componente essenziale di alcuni riti religiosi o altre pratiche, tra le quali meditazione, psiconautica, onironautica, terapia psichedelica.
Insomma, un piccolo cactus che cresce nel deserto e che inspira visioni e storie.